Parco tarello

Parco tarello

Come costruire un parco calistenico – come costruire un parco per

Situato in un’area industriale e agricola, nell’ex periferia sud di Brescia, il parco crea un centro attrattivo per il quartiere in crescita “Brescia II”. Questo progetto intende il paesaggio come una questione ecologica e urbanistica che risolve le infrastrutture. Una città in espansione basata solo su strutture funzionali – strade, edifici e infrastrutture, non integrate in un’idea globale di concezione del paesaggio, genera spazi residuali disparati, solitamente frantumando le relazioni esistenti tra uomo e natura. La capacità di definire un limite morfologico, costituire uno spazio urbano, aggiungere un valore ecologico e ambientale a questa città, così come cambiare lo spazio intorno a questo parco e relazionarsi con esso, richiede una chiarezza che non esisteva ancora. È necessario progettare nuove relazioni con lo spazio urbano circostante e, inoltre, collegare le infrastrutture di trasporto preesistenti con nuovi percorsi e strade è di grande importanza.

La tipologia del parco consiste in uno spazio lineare aperto, centrato visivamente con il colle Cidneo. La variazione altimetrica nord-sud è liscia e continua, mentre la variazione ovest-est ha un carattere più sparso. Questa differenza genera una grande apertura visiva, dove il colle Cidneo è permanentemente visibile, sia nello spazio centrale che nei percorsi principali, sopportando la continuità tra il parco e la città. Inoltre, l’apertura Nord-Sud permette un migliore drenaggio atmosferico, migliorando così la qualità urbana.

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Il progetto architettonico qui elaborato interpreta come fattore chiave l’ambiente urbano in cui si colloca. In un contesto di singoli macro-oggetti isolati, molti dei quali con una chiara caratterizzazione verticale, emergono il recente intervento del Foro e della Banca Lombarda che, insieme al parco Tarello, formano una parziale identità urbana.

Per valorizzare questa condizione si propone un nuovo principio di sviluppo urbano, con l’idea di continuità dello spazio, dove l’architettura proposta misura, conforma e struttura lo spazio di riferimento.

L’edificio progettato non appare quindi come un oggetto in una trama sospesa, ma come un elemento che costruisce il luogo, integrando coerentemente spazi aperti, costruiti e relazionali. la scala estesa del progetto permette di individuare una modalità di costruzione urbana che supera la frammentazione atopica presente nel contesto.

Brescia due vista da parco tarello

Carl V Tarello aveva 9 anni quando la seconda guerra mondiale: Nagasaki viene devastata quando una bomba atomica, Fat Man, viene sganciata dal B-29 Bockscar degli Stati Uniti. Trentacinquemila persone vengono uccise completamente, compresi 23.200-28.200 lavoratori di guerra giapponesi, 2.000 lavoratori forzati coreani e 150 soldati giapponesi. Nagasaki è la capitale e la più grande città della prefettura di Nagasaki sull’isola di Kyushu in Giappone. Il nome della città, 長崎, significa “lungo capo” in giapponese. Nagasaki divenne un centro di influenza coloniale portoghese e olandese dal XVI al XIX secolo, e i siti cristiani nascosti nella regione di Nagasaki sono stati riconosciuti e inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Una parte di Nagasaki fu sede di un’importante base della Marina imperiale giapponese durante la prima guerra sino-giapponese e la guerra russo-giapponese.

Carl V Tarello aveva 21 anni quando la Space Race: lancio dello Sputnik 1, il primo satellite artificiale ad orbitare intorno alla Terra. La corsa allo spazio si riferisce alla competizione del XX secolo tra due rivali della Guerra Fredda, l’Unione Sovietica (URSS) e gli Stati Uniti (USA), per il dominio della capacità di volo spaziale. Ha avuto le sue origini nella corsa agli armamenti nucleari basati sui missili tra le due nazioni che si è verificata dopo la seconda guerra mondiale, aiutata dalla tecnologia missilistica tedesca catturata e dal personale del programma Aggregat. La superiorità tecnologica richiesta per tale dominio era vista come necessaria per la sicurezza nazionale, e simbolica della superiorità ideologica. La corsa allo spazio ha generato sforzi pionieristici per lanciare satelliti artificiali, sonde spaziali senza equipaggio sulla Luna, Venere e Marte, e voli spaziali umani in orbita terrestre bassa e sulla Luna.

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La precedente esperienza internazionale di Giulia De Appolonia, come collaboratrice in un importante studio sull’architettura di Lisbona, le ha permesso di acquisire elevate capacità nel project management di opere pubbliche e private di grandi dimensioni, e nello sviluppo di progetti complessi, dimostrando la capacità di coordinare e gestire gruppi di lavoro su grandi progetti.

ABDA – con uno staff di 15 architetti – è l’acronimo di “architetti botticini-de Appolonia è associato” (due giovani soci: Stefano Ferracini formatosi all’Università di Porto e Nicola Martinoli cresciuto nello studio Botticini architetti).

Collaboratori: arch. Eleonora Zucchelli, arch. Francesca Bignardi, arch. Michela Cibaldi, arch. Marzia Mainardi, arch. Federica Mometto, arch. Cristina Sipolo, geom. Marchetti Ignazio, arch. Alessandro Alberti, arch. Alessandro Galperti

Lo sviluppo del progetto individua un’architettura che interpreta la condizione urbana in cui si presenta, assumendo come condizione generativa il rapporto con la parte meridionale del parco realizzanda che da qui Tarello all’estremità meridionale della via Lamarmora per proseguire verso nord fino a Sostegno.

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