Orsigna italia
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È generalmente una specie comune e diffusa, anche se alle alte quote e nelle parti più settentrionali del suo areale tende ad essere relativamente rara (Lapini 1999). Non ci sono prove di declino della popolazione nella maggior parte del suo areale.
Non ci sono grandi minacce per questa specie nella maggior parte del suo areale. In alcune aree, molti ricci vengono uccisi da collisioni con le automobili, ma è improbabile che questo causi un declino della popolazione (Huijser 1999, Verkem et al. 2003).
L’Erinaceus europaeus è endemico in Europa (compresa la Russia europea), con una distribuzione che si estende dalle isole britanniche e dalla penisola iberica, verso ovest attraverso gran parte dell’Europa occidentale e centrale; e dalla Fennoscandia meridionale, e dal Baltico settentrionale alla Russia nord-occidentale. È presente nelle Azzorre e in un certo numero di isole del Mediterraneo, ma è assente dall’Europa sud-orientale e dalla Russia meridionale. Si trova tipicamente ad altitudini fino a 600 m, sebbene possa raggiungere i 1.500-2.000 m nelle Alpi (Lapini 1999).
Prospera in una varietà di habitat artificiali, tra cui frutteti, vigneti, terreni agricoli, parchi e giardini, compresi quelli nelle aree urbane. Si trova anche in boschi decidui, ai margini dei boschi e nelle praterie, sebbene sia meno comune in queste aree (Lapini 1999).
Riccio a quattro dita
Skip to contentLa differenza tra il riccio italiano e l’istrice? Il viticoltore ed enologo Luca ha scattato questa foto l’altro giorno. È un riccio che ha appena dato alla luce una cucciolata nel compost vegetale della famiglia Ferraro. La parola italiana per questo animale è riccio, ma come molte parole in italiano riccio può indicare un sacco di cose diverse, la traduzione comune in inglese per riccio è porcospino, infatti l’istrice crestato o Hystrix cristata si trova comunemente in Italia e in Europa. Ma in questo caso, la creatura in questione non è un porcospino ma piuttosto un riccio – un riccio europeo o Erinaceus europaeus per essere esatti.La parola italiana riccio deriva dal latino ericius che, come in italiano, denota una serie di animali con spine.Il riccio di mare è anche chiamato riccio (riccio di mare) in italiano.In ogni caso, quei neonati di riccio sono sicuramente carini!
Un riccio a quattro dita
Il gigante fossile appena scoperto, chiamato Deinogalerix masinii, e le cinque specie precedentemente conosciute del genere Deinogalerix erano parenti pelosi e simili a topi dei moderni ricci e appartenevano alla sottofamiglia dei gymnures (topi lunari).
“Deinogalerix masinii presenta più affinità nelle dimensioni e nelle proporzioni alle precedenti specie più piccole Deinogalerix freudenthali e Deinogalerix minor”, hanno scritto nel documento il dottor Boris Villier dell’Università degli Studi di Torino e i suoi coautori.
Informazioni bibliografiche: Boris Villier et al. 2013. Nuove scoperte sul riccio gigante Deinogalerix dal Miocene del Gargano (Puglia, Italia). Geobios, vol. 46, no. 1-2, pp. 63-75; doi: 10.1016/j.geobios.2012.10.001
Riccio americano
Un particolare curioso è questo: solitamente, questo tipo di mimetismo (che apparentemente sembra il contrario di un camuffamento), nelle specie notturne realizza l’esibizione del contrasto bianco-nero (esempio tipico, il ratele Mellivora capensis, diverse specie di puzzole e
caratteristico di animali diurni, tuttavia, alla fine della storia, si tratta di un’anomalia solo apparente, perché, molto probabilmente, questi serpenti notturni sono più vulnerabili durante il giorno e questo spiegherebbe tale caratteristica (comune, comunque, ai serpenti corallini del Nuovo Mondo).
Dagli anni 90 inoltre, è aumentato il territorio in modo considerevole destinato alla protezione delle specie selvatiche, parchi nazionali e regionali, oasi di protezione, riserve naturali ecc.
La zona umida è parzialmente coperta di canne dove vivono molte specie di uccelli come il pettirosso e il merlo, anfibi come rospi e raganelle, che con la macchia mediterranea circostante crea un centro di biodiverità