Celleno vecchio
Zeno
Anche se secondo la tradizione erudita l’origine del nome di questo paese è da ricercare in Celaeno, cioè una delle tre arpie della mitologia greca, sembra più probabile che l’etimologia sia legata al termine latino medievale cella, che si riferisce alle numerose grotte scavate lungo le pareti di tufo della rupe su cui sorge il paese.
I recenti ritrovamenti archeologici nella zona del Castello, che risalgono al periodo tardo-etrusco (VI-III secolo a.C.), testimoniano la presenza umana in questo sito e nel territorio in tempi antichi. La strategica via di comunicazione tra Orvieto, Bagnoregio e Ferento, incoraggiava la gente a venire a fermarsi qui.
Le informazioni sulle fasi più antiche dell’insediamento medievale sono ancora incomplete, tuttavia si può ipotizzare che Celleno sia uno dei borghi fortificati costruiti tra il X e l’XI secolo dai conti di Bagnoregio, che detenevano la signoria su questo pezzo di terra.
All’epoca, il villaggio doveva essere costituito da una serie di abitazioni all’estremità della rupe di tufo, protetto da rocce su tre lati, circondato da mura e da una piccola fortezza, che oggi è il Castello Orsini, a protezione dell’unica via di accesso.
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Situato nel Lazio alla destra del Tevere tra Orvieto e Orte, fa parte della regione Teverina; questa è costituita da terreni ricoperti da materiali vulcanici emessi nelle varie fasi esplosive dell’apparato Vulsino e poggianti su uno strato sedimentario argilloso-sabbioso. Un’azione incisiva delle acque ha portato in superficie queste formazioni sedimentarie; ciò è ben visibile visitando Civita di Bagnoregio e la “Valle dei Calanchi”. Questo fenomeno è visibile, anche se meno evidente, anche lungo le pendici del centro storico di Celleno.
Celleno fu colpita prima da epidemie, poi da frane, eventi terribili avvenuti in anni imprecisati, e infine distrutta da un terremoto nel 1931. Il fatto è che dalla fine del 1800 fu abbandonato. Oggi è considerato un villaggio fantasma.
Il borgo abbandonato è ancora un intricato labirinto di stradine che portano fino a ciò che resta dell’antico castello, dopo aver superato la scenografica via del Ponte, stradine su cui si affacciano piccole case senza intonaco e resti di costruzioni in pietra basaltina. Il catello ne ha passate di tutti i colori: ha conosciuto le alterne vicende della rivalità tra le famiglie Guelfi e Ghibellini; nel XV secolo divenne un possedimento della famiglia Gatti e poi fu feudo della famiglia Orsini da cui prende ancora il nome.
Il villaggio medievale fantasma di celleno (italia)
A 14 km da Bolsena troviamo “La città che muore” (Civita di Bagnoregio). Un po’ più a sud, a venti minuti di macchina verso Viterbo, si trova il villaggio di Celleno e la vecchia Celleno, Il borgo fantasma.Civita di Bagnoregio “la città che muore” è nella lista dei desideri di molti. Il villaggio fantasma di Celleno “il borgo fantasma” è chiaramente meno conosciuto; in ogni caso, mi incuriosisce molto questa città fantasma e decido di indossare le mie scarpe rosse e mettermi in viaggio.
Celleno di per sé è un villaggio poco appariscente, ma c’è davvero qualcosa di molto inquietante nella zona. Proseguo verso il centro storico e parcheggio l’auto al monastero di San Rocco, che purtroppo non può essere visitato. I cartelli all’ingresso del bellissimo monastero indicano che è ‘privato’. Che sfortuna…., Ma dov’è il borgo fantasma?
Decido di seguire la strada principale sulla destra. E’ incredibile ma il piccolo skyline de il borgo fantasma assomiglia davvero allo skyline di Civita di Bagnoregio.Anche qui si vede da lontano un campanile in stile romanico che dà il volto al borgo e un ripido sentiero/ponte murato che sale! Tuttavia, questo non è separato come a Civita. Nell’accogliente bar di fronte al ponte compro una bottiglia di acqua frizzante. Fa caldo e ho dimenticato la mia acqua. Il bar ha accoglienti posti a sedere all’ombra e offre una bella vista sulla città fantasma.
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In Italia, ci sono quasi 6.000 villaggi che sono stati abbandonati perché non ci vive più nessuno. Questo è il caso della Città Fantasma di Celleno, in provincia di Viterbo, progressivamente abbandonata durante il XIX secolo a causa di devastanti terremoti e frane.
Il primo motivo per visitare Celleno è che si tratta di uno dei più surreali e incantevoli Ghost Towns d’Italia, ben noto come Paese Fantasma. Si tratta di un piccolo villaggio arroccato su uno sperone roccioso che sovrasta una profonda valle circondata da calanchi. È accessibile solo a piedi da un’unica porta difesa dal Castello Orsini.
Passare l’arco d’ingresso e camminare verso la piazza principale è un’esperienza mistica. Puoi vedere sulla tua destra una vecchia torre ancora in piedi, e un altro edificio con una facciata sottile e finestre rivolte verso il vuoto. Il panorama mozzafiato oltre il precipizio è incorniciato dalle finestre come se fosse un quadro.
Gli edifici fatiscenti sono parzialmente crollati nella valle o erosi dal tempo. Nell’insieme, assomigliano a un museo d’arte a cielo aperto. La vegetazione che si arrampica tra le pietre aggiunge un tono ancora più nostalgico a tutta l’atmosfera. Stretti vicoli lastricati di pietra, tunnel e piccole scale conducono a vecchie case deserte in uno scenario onirico e surreale.