B&b oulx
cardi b – up
Secondo “The Wire”, la bibbia britannica dell’eccellenza musicale, Cluster 71 è uno dei “One Hundred Records That Set The World On Fire”. Pochissimi album provenienti dalla Germania possono rivendicare questo onore. L’album è un mostro: Il lavoro di debutto dei Cluster del 1971 (in realtà chiamato semplicemente Cluster) contiene solo tre tracce (senza titolo) ed è un vero calvario per orecchie inesperte – all’epoca, almeno. Eppure l’album ha indicato la strada da seguire come nessun’altra opera elettronica. Per il 50° anniversario di questo influente album, stiamo pubblicando Cluster 71 in una versione speciale in LP: 500 copie, numerate, gatefold e vinile 180g.
cardi b, bad bunny & j balvin – i like it
Sono professore di scienze politiche, co-presidente del cluster di eccellenza “The Politics of Inequality” e responsabile del gruppo di ricerca “Communication, Networks and Contention”. In precedenza, ho tenuto borse di ricerca presso il Centre for the Study of Civil War, Peace Research Institute Oslo (2011-12), il Jackson Institute, Yale University (2010-11), e la Woodrow Wilson School, Princeton University (2009-10). Ho conseguito un M.Sc. in Informatica presso l’Università di Friburgo (Germania) nel 2003, un M.A. in Studi Comparati e Internazionali presso l’ETH di Zurigo (Svizzera) nel 2008, e un Ph.D. in Scienze Politiche presso l’ETH di Zurigo nel 2009.
CVScarica il PDFDati di replicaDisponibile nel mio DataVerseOrari d’ufficioSi prega di registrarsi elettronicamente tramite ILIAS. Lettere di raccomandazioneSono lieto di scrivere lettere di raccomandazione per gli studenti che (i) hanno partecipato con successo ad almeno uno dei miei corsi con ottimi risultati (voto finale >= 1,7) e (ii) hanno prodotto un lavoro scritto unico, come un articolo di ricerca. Ho bisogno di almeno tre settimane di preavviso prima della scadenza della lettera. Tutte le lettere saranno confidenziali, nel senso che saranno inviate solo alla rispettiva istituzione/organizzazione a cui lo studente sta facendo domanda.
cardi b – press
La B, o b, è la seconda lettera dell’alfabeto latino-scritto. Il suo nome in inglese è bee (pronunciato /ˈbiː/), plurale bees.[1][2] Rappresenta lo stop bilabiale vocale in molte lingue, compreso l’inglese. In alcune altre lingue, è usato per rappresentare altre consonanti bilabiali.
L’inglese antico era originariamente scritto in rune, la cui lettera equivalente era beorc ⟨ᛒ⟩, che significa “betulla”. Il beorc risale almeno al Futhark Anziano del II secolo, che ora si pensa sia derivato dagli ⟨ ⟩ dei vecchi alfabeti italici direttamente o attraverso il latino ⟨⟩.
Gli ⟨⟩ unciali e semi-unciali ⟨⟩ introdotti dalle missioni gregoriane e irlandesi si svilupparono gradualmente nelle scritture insulari ⟨⟩. Questi alfabeti latini dell’inglese antico soppiantarono le precedenti rune, il cui uso fu completamente vietato dal re Canuto all’inizio dell’XI secolo. La conquista normanna rese popolari le forme semi-unitarie carolinge che si svilupparono poi in blackletter ⟨ ⟩. Intorno al 1300, il caso delle lettere fu sempre più distinto, con la B maiuscola e minuscola che presero significati separati. Dopo l’avvento della stampa nel XV secolo, il Sacro Romano Impero (Germania) e la Scandinavia continuarono ad usare forme di blackletter (in particolare Fraktur), mentre l’Inghilterra alla fine adottò le scritture umanistiche e antiqua sviluppate nell’Italia rinascimentale da una combinazione di iscrizioni romane e testi carolingi. Le forme attuali della B corsiva inglese furono sviluppate entro il XVII secolo.
lizzo – rumors feat. cardi b
Nell’inglese moderno, la lettera b è talvolta muta, come quando è finale dopo la m, in climb, lamb, limb, tomb, thumb, e in pochi altri casi, come debt e doubt. Nella maggior parte di questi casi la b è un inserimento grafico moderno, e non è mai stata pronunciata (nelle forme inglesi); vedi limb, thumb, debt e doubt.[1]
Modifica della lettera maiuscola B facendo cadere il suo anello superiore, dal latino B, dall’etrusco (b, “essere”), dal greco antico Β (B, “beta”), dal fenicio (b, “bet”), dal protocanita, dal proto-sinaitico, dall’egiziano, che rappresenta la pianta di una casa.