Avvicinarsi al buddhismo
buddismo per principianti
Il modello universale Mandala del Sé (MMS) è stato sviluppato per descrivere il sé ben funzionante in varie culture (Hwang, 2011). Dato che il non sé è considerato un sé ben funzionante, il MMS è una base adatta per costruire l’NT. In questo articolo, confronto gli aspetti del sé e del non sé del funzionamento del sé psicologico, attingendo ai quattro concetti della MMS: biologia, persona ideale, conoscenza/saggezza e azione. Un esame delle possibili applicazioni e delle direzioni teoriche per la ricerca futura sono fornite alla fine.
Il sé è il luogo dell’esperienza empirica e può intraprendere varie azioni a seconda del contesto sociale (Hwang, 2011). Il presente modello teorico propone due tipi di sé, cioè il sé e il non sé. Due dimensioni principali sottolineano questi due tipi di sé: l’egoismo e il non sé. Propongo che questi due tipi di sé siano punti finali di un continuum. Ognuno di noi cade in un certo punto di questo continuum. Definisco l’egoismo come un senso di sé guidato dal desiderio (Albahari, 2014). Finché crediamo che un sé ci appartenga, ognuno di noi è un esempio di egoismo (Dalai Lama, 1995a). Il funzionamento psicologico dell’egoismo è caratterizzato da attributi come l’interesse personale distorto, l’egocentrismo e l’egocentrismo (Dambrun e Ricard, 2011). Così, si presume che l’egoismo sia un punto centrale di riferimento per le attività psicologiche, seguendo il principio edonico di perseguire il piacere guidato dallo stimolo. La forte importanza data all’egoismo emerge principalmente dalla sua connessione con l’egocentrismo. L’egoismo è incline all’aumento della misura in cui l’individuo ritiene che la propria condizione sia più importante di quella degli altri e assume una priorità indiscussa.
mahayana
Il Nobile Ottuplice Sentiero è uno dei principali insegnamenti del Buddhismo, insegnato per condurre all’Arhatship.[13] Nella tradizione Theravada, questo sentiero è anche riassunto come sila (moralità), samadhi (meditazione) e prajna (intuizione). Nel Buddhismo Mahayana, questo sentiero è contrapposto al sentiero del Bodhisattva, che si crede vada oltre l’Arhatship fino alla piena Buddhità.[13]
Secondo l’indologo Tilmann Vetter, la descrizione del sentiero buddhista potrebbe essere stata inizialmente semplice come il termine via di mezzo.[7] Col tempo, questa breve descrizione fu elaborata, risultando nella descrizione dell’ottuplice sentiero.[7] Tilmann Vetter e lo storico Rod Bucknell notano entrambi che nei primi testi si possono trovare descrizioni più lunghe del “sentiero”, che possono essere condensate nell’ottuplice sentiero.[7][22][nota 1]
Nella triplice divisione, prajna (intuizione, saggezza) è presentato come il culmine del sentiero, mentre nell’ottuplice divisione il sentiero inizia con la corretta conoscenza o intuizione, che è necessaria per capire perché questo sentiero dovrebbe essere seguito.[39]
siddharta
Il buddismo sottolinea che enfatizzare l’individualità e promuovere la massima realizzazione dei desideri dell’individuo porta congiuntamente alla distruzione. Il libro promuove le scelte di valore fondamentali del buddismo, cioè la felicità, la pace e la permanenza. La ricerca sulla felicità mostra in modo convincente che non la ricchezza materiale ma la ricchezza delle relazioni personali determina la felicità. Non le cose, ma le persone rendono le persone felici. L’economia occidentale cerca di dare la felicità alle persone fornendo enormi quantità di cose e i modelli di business oggi dominanti si basano e coltivano uno stretto egocentrismo, ma ciò di cui le persone hanno bisogno sono relazioni di cura e generosità. L’economia buddista rende questi valori accessibili attraverso la fornitura diretta. La pace può essere raggiunta in modi non violenti. Volere di meno può contribuire sostanzialmente a questo sforzo e farlo accadere più facilmente. La permanenza, o sostenibilità ecologica, richiede una drastica riduzione dell’attuale livello di consumo e produzione a livello globale. Questa riduzione non dovrebbe essere uno scomodo esercizio di autosacrificio. Nella nobile etica della riduzione della sofferenza può essere un percorso di sviluppo positivo per l’umanità.
fatti del buddismo
AbstractAdattamenti, modifiche e riallineamenti della dottrina e della pratica religiosa si possono trovare in qualsiasi periodo della storia sociale. Può essere ufficiale e altamente orchestrato (come nel Vaticano II) ma più spesso assume una forma soggettiva e reazionaria (come nel movimento Hindutva). Questo articolo promuove l’idea di “religione sperimentale” come un concetto analitico e un insieme osservabile di comportamenti che aiutano a identificare come le tendenze contemporanee (come l’individualismo, la secolarità, le tecnologie dell’informazione e le economie di mercato) riconfigurano gli atteggiamenti e le motivazioni riguardo alla rilevanza e all’applicabilità delle risorse religiose. Attingendo al materiale di casi relativi al buddismo in Giappone e in altre democrazie liberali, vediamo praticanti laici, sacerdoti e, occasionalmente, anche istituzioni che usano l’innovazione e l’attivismo per riposizionare e riavviare i paradigmi esistenti. L’intenzione è quella di creare una pratica religiosa che risponda alle preoccupazioni individuali e alle pressanti questioni ambientali, politiche ed economiche.