Populonia mare
Suveretocomune in italia
Populonia è un borgo molto speciale in Maremma: ben lontano dai normali percorsi turistici della Toscana. È un posto – insieme al Golfo di Baratti, semplicemente stupefacente, che si supera in auto ai piedi della collina per raggiungerlo – che dovete vedere.
Per la vista e la contemplazione di una vita qui secoli fa, per non parlare degli incredibili tesori archeologici che sia il villaggio che la baia hanno rivelato e che sono ancora oggi in fase di esplorazione.
Oggi Populonia è un piccolo e grazioso borgo medievale racchiuso in una fortezza del XV secolo e situato nel punto più alto della penisola del Monte Massoncello. La fortezza fu costruita dagli Appiani Signore di Piombino per difendere la città dai pirati barbareschi predoni con pietre prese dai resti dell’adiacente Acropoli etrusca.
La città etrusca qui costruita era una città importante, ricca e prominente grazie alla fusione dei minerali d’argento e di ferro trasportati dalle numerose miniere che gli abitanti possedevano all’Isola d’Elba e, allo stesso modo, dei minerali di rame dalle loro miniere nelle vicine Colline Metallifere.
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Populonia o Populonia Alta (etrusco: Pupluna, Pufluna o Fufluna, tutti pronunciati Fufluna; latino: Populonium, Populonia, o Populonii) oggi è una frazione del comune di Piombino (Toscana, Italia centrale). Nel 2009 la sua popolazione era di 17 abitanti.[1] Populonia è particolarmente degna di nota per i suoi resti etruschi, tra cui una delle principali necropoli d’Italia, scoperta da Isidoro Falchi.
La tomba della statuetta di bronzo del portatore di offerte nella necropoli di San Cerbone a Casone Farm. La tomba e l’intera area intorno ad essa erano un tempo sotto le scorie. La datazione della tomba è stimata al 530-500 a.C.[2].
La moderna Populonia si trova all’interno di una piccola porzione dell’acropoli murata di una grande città antica, che copriva l’intera estremità nord del Monte Massoncello, un promontorio, le sue pendici settentrionali fino alla Baia di Baratti, e le rive della baia, che era il suo porto. La città era industriale e fondeva negli altiforni ad alveare il minerale di rame portato dalle Colline Metallifere e il minerale di ferro della vicina Elba. Nel corso dei suoi mille anni di vita arrivò a ricoprire di scorie tutta la sponda meridionale della baia, ammucchiandole sopra residenze e cimiteri abbandonati, fino a perdere la sua utilità come produttore di metalli. Poi fu abbandonata.
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Posto tra le pendici del promontorio di Piombino e Baratti, dove un tempo sorgeva la città etrusca e romana di Populonia, il Parco è suddiviso in diverse aree di visita che permettono di vedere le trasformazioni avvenute nel territorio nel corso dei secoli. All’interno si trova una porzione significativa dell’insediamento dell’antica città di Populonia, la necropoli e i distretti industriali in cui si lavorava l’ematite dell’Elba.
Un promontorio boscoso a picco sul mare era il paesaggio del IX-VIII secolo quando iniziarono a sorgere le prime capanne dell’aristocrazia di Populonia. Oggi della Populonia “romana” del II secolo a.C. rimangono solo tracce, durante le quali furono costruite terme, templi e santuari.
Per raggiungere il Parco di Baratti e Populonia si accede dalla strada principale della Principessa SP 23 che unisce San Vincenzo a Piombino. La strada interna al Golfo conduce, dopo 2 km, all’ingresso del parco, lato mare, dove si trova il parcheggio del Parco (Carey).
Baratti
Lungo la Costa degli Etruschi in Toscana, sulla cima di un promontorio di straordinaria bellezza nel Golfo di Baratti, l’antica Populonia fu uno dei principali centri della civiltà etrusca e romana. Oggi, il parco archeologico di Baratti e Populonia conserva le rovine dell’unico esempio di città etrusca costruita lungo il mare.
Nell’VIII-IX secolo a.C. furono costruite sull’Acropoli importanti case per ospitare le più antiche aristocrazie di Populonia. Di queste case rimangono deboli e pittoresche tracce sulla sommità dell’acropoli, non lontane dalle strutture monumentali di un’altra Populonia, quella romana che intorno al II secolo a.C. costruì importanti templi, terme e santuari proprio nel cuore della città.
Il nome Fufluna (o Pupluna) deriva da Fufluns, il dio etrusco del vino. Durante il VI e il IV secolo a.C., Populonia diventa il principale sito siderurgico della costa mediterranea grazie alla sua posizione strategica lungo la costa in una zona ricca di minerali. Qui, gli abitanti lavoravano l’ematite della vicina Isola d’Elba e gli altri minerali della vena di Campiglia, per produrre oggetti in ferro. Poi, questi prodotti fatti a mano venivano spediti via nave alle altre civiltà lungo il Mediterraneo, come l’antica Grecia e il Nord Africa.